domenica 21 febbraio 2016

Simbolismo del Pentalpha e del Numero Cinque

“L’Altissimo ha creato ogni cosa con peso e numero e misura, da ciò trae origine la verità delle lettere e dei nomi, che non sono stati istituiti a capriccio, ma seguendo leggi che ci sfuggono” C.Agrippa, De Occulta Philosophia 


Bisogna avereuncaos dentrodi sé,per generare una stella danzante” Friedrich Nietzsche 


Studiando il simbolo della Stella Fiammeggiante, come qualsiasi altro simbolo, ho notato che non lo si può etichettare o incasellare  dato che, a mio parere, il simbolo è sempre uno strumento, una porta per l’invisibile e per l’infinito. Ogni simbolo ha molteplici significati. Per espletare questo lavoro dovrò comunque confinare un concetto come questo, consapevole che per sua natura va oltre le parole utilizzate ed utilizzabili. 
Si legge che Pitagora ideò questo simbolo del Pentalpha che significa “cinque alpha” ovvero i cinque principi (4+1): aria, acqua, terra, fuoco e spirito. A questo simbolo viene conferito il significato di “numero d’oro” o “proporzione aurea” intendendo con questo una proporzione  per cui la parte minore sta in rapporto alla maggiore come la maggiore sta al Tutto (a). Ermete Trimegisto afferma: “Ciò che è in basso è come ciò che è in alto, e ciò che è in alto è come ciò che è in basso, per compiere i miracoli della Cosa-Una” . Democrito ci dice che “l’uomo è un piccolo mondo”. Tutte le cose dell’universo si rapportano tra di loro per definirsi reciprocamente e dire: siamo Uno! In genere l’uomo tende a separare tutto partendo dal rapporto col proprio simile e questo atteggiamento è riscontrabile anche nelle varie scienze. Da un po’ di tempo è in essere il pregiudizio che la maggior parte degli scienziati sono atei e che la maggior parte dei filosofi sono credenti. I tempi cambiano e ci stiamo muovendo verso una visione più olistica delle varie scienze. Oggi infatti si possono ascoltare scienziati che  spiegano la spiritualità con un approccio scientifico e questo concetto dell’unione tra spiritualità e scienza sta prendendo sempre più piede. 
Ritornando al nostro simbolo, possiamo notare che la sua forma di stella richiama quella di un uomo con le mani e le braccia divaricate, il famoso uomo vitruviano. Tale elemento non è da sottovalutare. Lo studio di questo simbolo include come oggetto l’uomo stesso.  L’essere umano deve conoscere necessariamente sé stesso se vuole realmente  evolvere verso stati di coscienza superiori. 



Presso l’Oracolo di Delfi si legge:  
“Ti avverto, chiunque tu sia.Oh tu che desideri sondare gli arcani della Natura, se non riuscirai a trovare dentro te stesso ciò che cerchi non potrai trovarlo nemmeno fuori. Se ignori le meraviglie della tua casa, come pretendi di trovare altre meraviglie? In te si trova occulto il Tesoro degli Dei. Oh Uomo, conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli Dei” 

Questo presuppone  allora che l’uomo non conosce sé stesso o almeno non nel modo in cui lo crede normalmente perché la sua essenza va ben oltre la sua carta d’identità, i suoi gusti, le sue scelte. Insomma la stella del Pentalpha ad oriente è lì a rammentarci di conoscere noi stessi quindi, se vogliamo attribuire una sola parola a questo simbolo questo potrebbe essere “conoscenza”.  Il simbolismo relativo porta ad un episodio della Bibbia quando Adamo ed Eva vennero cacciati dal paradiso dopo aver mangiato una mela colta dall’albero della  conoscenza del bene e del male. Se si taglia la mela orizzontalmente in due metà si può vedere la figura di una stella a cinque punte, simbolo proprio della conoscenza.  Sappiamo che l’uomo attraverso il concetto di dualità (bene/male etc.)  comincia a sperimentare la vita e quindi a conoscere per poi essere destinato a ritornare all’Uno eterno in un modo che la stessa Bibbia ci suggerisce: 
Poi l’Eterno Iddio disse: "Ecco, l’uomo è diventato come uno di noi quanto a conoscenza del bene e dei male. Guardiamo ch’egli non stenda la mano e prenda anche del frutto dell’albero della vita, e ne mangi, e viva in perpetuo".” (Genesi 3,22) 

L’uomo può essere paragonato ad una stella,  in quanto soggetto alle stessi leggi meccaniche del nostro cosmo che governano i pianeti. Se ci sono delle leggi che governano il microcosmo come il macrocosmo sorge spontanea una domanda: dove sta allora la libertà dell’uomo? Allora forse il Pentalpha non potrebbe rappresentare proprio quell’uomo libero e  risvegliato che conosce le leggi cosmiche che ci governano?  
Si dice che la Stella è “fiammeggiante” o “che fiammeggia” tant’è che il Pentaplha viene raffigurato spesso con delle fiamme intorno oppure da una piccola fiamma che parte dal suo centro. Entra in gioco così quell’elemento che brucia, che è come il fuoco. Cos’è questo elemento che ricorda tanto il fuoco? C’è chi lo chiama raggio di luce divina o frammento di Dio o semplicemente anima. 
La Stella Fiammeggiante è dunque lì a ricordare (da re-cor,cordis=cuore ) in noi stessi questa fiamma per dar luce ed irradiare quelle oscurità ed ombre che incontriamo lungo il nostro cammino. E come tutte le fiamme consumano, riducendo in cenere ciò che ha bruciato, così possiamo pensare di “bruciare” in noi quelle parti profane per  rinascere ad una nuova vita proprio come la fenice che, morendo a sé stessa, rinasce dalle sue ceneri.  All’interno della stella inoltre troviamo la lettera G che è la quinta consonante del nostro alfabeto. La lettera G è l’iniziale della quinta scienza: la geometria (b). In inglese è l’iniziale del Grande Architetto (o Geometra) dell’Universo,  o God che è un’assonanza della lettera ebraica  Iodsimbolo del Principio o dell'Unità (c) e prima lettera della parola ebraica Yahwehil dio del popolo ebraico. Yahweh (יהוה) è composta da quattro lettere (yod, he, waw, he, in qualche modo corrispondenti alle lettere dell'alfabeto latino YHWH) e perciò è detta "tetragramma"                                
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Interessante è anche notare  come la lettera G sia collegata al simbolo dello swastika . Il termine swastica origina da una parola sanscrita che significa “fortuna” e indica il disegno di una croce greca con i bracci piegati ad angoli retti ( o ), simbolo religioso e propizio per le culture religiose originarie dell'India quali il Giainismo, il Buddhismo e l'Induismo.  Questo simbolo per la sua forma richiama il divenire, il movimento e l’eterno scorrere delle cose dell’universo. E’ quindi un simbolo molto antico e non recente come si può pensare dal momento che fu adottato dal Partito Nazista usandolo però con un orientamento diverso (con  i bracci centrali disposti ad X e non a croce). Ritornando alla  lettera G si può aggiungere che  “in quanto iniziale di Geometry, ha preso il posto del suo equivalente greco Γ, il che viene giustificato sufficientemente dall'origine stessa della parola "Geometria"
Ad ogni figura geometrica è associato un numero: alla retta si attribuisce il numero due, al triangolo il numero tre, al quadrato il numero quattro e alla stella il numero cinque. Ogni numero ha inoltre una vibrazione come se ciascuno “suonasse” una sua nota. Al numero cinque inoltre è associato un altro simbolo, la rosa sulla croce (1+4), simbolo dell’anima che sboccia sulla croce che simboleggia il corpo, quindi il divino a cui è associato il numero uno, che si manifesta nella materia a cui invece è attribuito il numero quattro. Relativamente al numero cinque inoltre si parla inoltre di quintessenza,  della stella del mattino, dei pentacoli, del quinto chakra che è un centro energetico che, secondo la tradizione tibetana,  governa la comunicazione,  e perciò per traslato   “sede del verbo creatore”(e) e anche dei cinque secoli in cui la fenice è in grado di vivere. Nei tarocchi la lama numero cinque è il Papa detto anche Pontefice, cioè colui che fa da ponte tra il mondo materiale e quello invisibile.  
In numerologia il numero cinque significa cambiamento. Questo perché se immaginiamo di tracciare una scala da 1 a 9 si può vedere che il numero 5 occupa una posizione centrale che è una posizione di equilibrio tra gli altri numeri quindi un punto di svolta; questo concetto si può spiegare bene con l’esempio dell’atto respiratorio tra un atto di inspirazione ed uno di espirazione c’è un momento di pausa, di equilibrio tra le due fasi, come quando il nero del Tao diventa bianco e viceversa. Tutto cambia e si evolve (panta rei) (f). 
Il numero cinque sembra così occupare una posizione “centrale” nelle cose  sia come posizione/spazio che come importanza. Nel campo della spiritualità si sente tanto parlare dell’importanza di stare nel qui e ora, rispetto a dare importanza al passato e al futuro; per certi versi, se non viene vissuto il “qui ed ora”, trova valore l’affermazione che il  tempo è un’illusione. Il tempo, in mitologia è raffigurato dal Dio Cronos,  le cui vicissitudini raccontano e celano proprio questo concetto del tempo che sembra divorarci.  
Curioso è anche notare come il 2012 (2+1+2=5) venga proclamato l’anno del cambiamento non certo come “fine del mondo” ma come evoluzione individuale e  globale del genere umano. In senso esoterico il 2012 potrebbe essere assimilato alla fine del Kali Yuga (g)  che  corrisponde ad un’eta del ferro citata anche da Guénon per dare spazio ad una nuova era chiamata Satya  Yuga o Era dell’Aquario o dell’Oro,  cambiamento attestato come imminente da diverse tradizioni esoteriche. Mi auguro che in questa interpretazione numerica del 2012 che lo assimila al numero 5, ci sia veramente una “svolta” positiva per l’umanità! 
-Scritto nell'inverno 2012-


a. http://www.magiadeinumeri.it/pentalfa.htm
  1. La Simbologia Massonica di Jules Boucher Ed. Atenòrpg 243    
  1.  Simboli di scienza sacra di René Guénon Ed. Gli Adelphi pg.110




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