domenica 17 luglio 2016

Biocentrismo: una nuova frontiera scientifica (Parte 1)


Ho finito di leggere il libro "Biocentrismo" dello scienziato Robert Lanza e vorrei riportare qui una mia recensione insieme ad alcune osservazioni.
Secondo l'autore la biologia sarà al centro delle scienze nel futuro, anche più della fisica. Ma non è solo questo perché sappiamo che il prefisso bio- deriva dal greco bios che significa vita. Quindi al centro di tutte le questioni riguardanti l'uomo sembra che sarà messa in discussione la vita stessa, non solo nel senso biologico del termine. L'autore enfatizza sul fatto che la scienza di oggi è arrivata ad un punto fermo basato esclusivamente sulla razionalità che non ci sta portando molto lontano e ciò non si riesce più ad ignorare. 

"L'attuale paradigma scientifico non riconosce tale dimensione spirituale della vita. Il principio animatore negli esseri umani e negli animali è dato dalle leggi della fisica. Mentre sono seduto qui nel mio ufficio, circondato da pile di libri scientifici e articoli di riviste, non riesco a trovare lo straccio di un riferimento all'anima, allo spirito, o a qualsiasi nozione riguardante un'essenza eterna, immateriale, che occupi il nostro essere. In effetti l'anima non è mai stata esaminata con un microscopio elettronico, né infilata in una provetta ed in un'ultra-centrifuga. Secondo questi libri nulla sopravvivrebbe al corpo umano dopo la morte. Mentre le neuroscienze hanno fatto enormi progressi illuminando il funzionamento del cervello, il perché noi tutti viviamo un'esperienza soggettiva rimane un mistero. Il problema dell'anima è sintetizzabile proprio nella comprensione della natura del Se, l'Io che sente e vive la vita. Ma questo non è un problema che riguardi solo la biologia e le scienze cognitive; abbraccia la filosofia naturale occidentale nella sua interezza."

Secondo Lanza per risolvere questo problema è necessario dirigersi verso un territorio piuttosto scomodo alla logica umana: l'ignoto. E' necessario mettere in discussione tutto quello che sappiamo e non dare nulla per scontato. 
Una delle cose che mi ha colpito è la spiegazione scientifica di un koan zen che avevo sentito un paio di volte ma che sentivo di non aver compreso. Questo koan dice: Se un albero cade in una foresta e nessuno ne sente il suono, fa rumore? La domanda sembra alquanto banale e insensato persino a porla perché una risposta logica sarebbe: sì, certo che fa rumore...non ci sarà nessuno ma l'albero c'è quindi fa rumore, infatti se registriamo con una telecamera e noi non ci siamo si vedrà l'albero cadere col rumore asscociato. Ma questa affermazione suppone di aver dato per scontato tutto, che già sappiamo come funzionano le aree del cervello associate alle visione e all'ascolto. Eppure si dice che il 96% dell'universo è composto da materia oscura. Cosa sia questa materia oscura non si sa, eppure facciamo finta di sapere il 96% dello sconosciuto! Dunque per spiegare ciò, ricorriamo ad uno dei strumenti che abbiamo, la logica. Ci sono delle aree specifiche del cervello in grado di captare le immagini esteriori. Quindi è necessario innanzitutto un cervello, quindi un soggetto per poter vedere l'albero ma senza l'albero non possiamo vedere ovviamente l'albero, che è l'oggetto. Non è difficile dunque capire che ci vogliono entrambi. Ma per la mente ciò ancora non è sufficiente, infatti l'oggetto può esistere indipendentemente dal soggetto? Si direbbe, certo che sì. Invece secondo il biocentrismo sono due cose talmente interconnesse tra di loro da non poter essere separate. Vediamo meglio, Lanza dice: "abbiamo ignorato una componente importante del cosmo, non considerato in quanto non sapevamo che farcene. Questa componente è la coscienza." Noi vediamo, percepiamo attraverso qualcosa, se questo è vero allora non vediamo direttamente e se non vediamo direttamente allora la realtà che percepiamo, vediamo dipenderà dalla qualità o dalla presenza o meno di questo "qualcosa". George Berkeley direbbe che "le uniche cose che percepiamo sono le nostre percezioni". Ritorniamo dunque alla domanda iniziale. Il suono, per prodursi ha bisogno di un medium, come l'aria (infatti se mettiamo un campanello sotto una campana vuota, senza aria non emette rumore). Nel caso dell'uomo oltre all'aria abbiamo l'orecchio,  il suono "muovendo" l'aria arriva ai timpani che vibrano, il che stimola i nervi solo se l'aria pulsa con un intervallo frequenza tra 20 e 20,000 volte. Quindi fuori da questo intervallo non si sente in quanto la  struttura del timpano, orecchio non lo permette. Se si rientra in questo intervallo, viene prodotto il suono. Quindi l'osservatore è necessario per poter percepire l'osservato. Noi siamo necessari perché possa avvenire l'esperienza del suono/rumore.




lunedì 21 marzo 2016

La Mia Esperienza da Paramahamsa Nithyananda (Seconda Parte)

In questa seconda parte farò riferimento più alla mia esperienza del programma tenuto da Paramahamsa Nithyananda in India. Per qualsiasi ulteriore chiarimento potete scrivermi/chiedermi.
Avevo deciso quindi di partecipare al programma di 21 giorni e tra una cosa e l'altra ce l'ho fatta dopo un anno dalla mia decisione. Gli ostacoli incontrati erano tutti "interiori" anche se in un primo momento li vedevo come esterni a me. In quel periodo non avevo neanche un lavoro, mi ero laureata da poco e mi sentivo "persa" come potete immaginare. Il primo insegnamento quindi in cui mi sono imbattuta è stato quello del completamento. Ovvero, secondo gli insegnamenti di P. Nithyananda prima di qualsiasi sorta di pratica come persino meditazione,  asana (posizioni) yogiche è necessaria la pratica del completamento che può essere paragonata ad una sorta di ricapitolazione.
Dunque dopo essermi dedicata a questa pratica mi trovai un passo dopo l'altro ad avere abbastanza per andare per la prima volta al programma in India nell'Agosto del 2014. Comprai il biglietto due giorni prima della partenza e mi avviai non sapendo appieno ciò che mi aspettava. Appena arrivata già si cominciava a fare gli esercizi di completamento, ci si svegliava alle 5-6 del mattino con la giornata piena di varie attività fino a sera. Durante la prima metà del programma ci mettevamo a "completare" con tutti gli aspetti della nostra vita: dalle nostre relazioni con i genitori, amici, conoscienti fino alla relazione con noi stessi e la vita in generale. Ci mettevamo continuamente a ricordare eventi di incompletezza nella nostra vita, rivivere e rilasciare fino all'estenuazione, al punto in cui verso la fine dovevamo addirittura completare con le persone con cui avevamo incompletezze nella realtà, chiamandole! Avevo così chiamato varie persone, parenti ed amici quei giorni. Ogni sera si tenevano i darshan che sono una meditazione ad occhi aperti in presenza del guru . Alla fine di ogni darshan P. Nithyananda ti benedice e si possono fare delle domande, richieste anche sotto forma scritta. Adesso, dopo una settimana mi sentivo nervosa perché non vedevo i risultati dopo tanto esercizio e sinceramente ero anche un po' arrabbiata perché avevo rinunciato a parecchie cose e rischiato molto con soli ben 50 euro nel mio conto corrente. Gli rivolsi allora il problema sotto forma scritta dopo aver meditato molto sulla questione, scrivendo e riscrivendo con delle continue modifiche il mio problema ed il giorno prima già cominciava a succedere qualcosa ma non ci credevo molto. Gli scrissi che non sentivo niente, che tutto questo non aveva senso se non riuscivo a sentire, che mi aspettavo altro quindi e che volevo un aiuto. Allora quando glielo feci leggere, mi aveva detto che già stava succedendo qualcosa, e ricevetti una conferma a quello che la mia mente non "credeva". Da quel momento quasi a mia insaputa la mia mente si stava silenziando sempre di più fino al punto in cui ad un tratto con mia sorpresa mi son accorta di non pensare proprio. Tutte le preoccupazioni che avevo prima erano letteralmente sparite al punto che non avevano più alcun senso. Di fronte a ciò la mia mente ogni tanto mi "suggeriva" di preoccuparmi, di considerare alcune situazioni quando dovevo ritornare in Italia ecc ecc. Semplicemente non ascoltavo, non davo importanza alle parole della mente. Mi sentivo bene, molto leggera e avevo un respiro più fluido mentre fino a qualche giorno prima mi sentivo stanca e pesante. Cominciavo a sentirmi più "presente" quasi naturalmente e sentivo molte intuizioni durante la giornata fino a 3-4 déjà vu in un solo giorno per cui era impossibile avere dei dubbi riguardo alle intuizioni. Tant'è che andando verso dei libri che erano in vendita ne aprì uno a caso ed in un punto c'era scritto (a parole mie perché non ricordo precisamente le parole) che quando l'attività mentale si "abbassa" aumenta la nostra parte intuitiva.


"Non sono qui per dimostrare che sono dio
Sono qui per dimostrare che tu sei dio"

Quando lessi questo mi son detta: caspita, è quello che sto sperimentando adesso! Il mio umore era completamente cambiato ma la mia mente continuava a farmi dei suggerimenti, cominciando a preoccuparsi che mancavano pochi giorni alla fine del programma. Mi son detta allora che dovevo scrivere qualcosa per ricordarmi di questa esperienza perché la mente si preoccupava che probabilmente non sarebbe durata (un'assurdità, lo so), quindi presi un libro "Guaranteed Solutions" (che significa "Soluzioni Garantite" per ogni situazione!) e scrissi "Just don't consider worry, "pretend" it doesn't exist or live as it's non-existent", ovvero "Non considerare le preoccupazioni, "fai finta" che non esistono oppure vivi come se fossero inesistenti".
Così era arrivata la fine del programma, ritornai in Italia ma non era finito tutto col la fine del programma, no! Piano piano ho cominciato a notare più cose intorno a me come se la mia vista si fosse allargata insomma e verso la fine dell'anno sentii qualcosa di cambiato in me come se avessi veramente fatto un piccolo passo verso me stessa, non avevo mai provato una sensazione del genere...è come se qualcosa fosse cambiato quasi senza accorgermene! I pensieri cominciavano a manifestarsi più velocemente, più sincronicità...insomma tutto diventava quasi miracoloso! Dopo un anno nell'Ottobre del 2015 ho deciso poi di  riandarci come volontaria del programma ricevendo vitto e alloggio praticamente gratis! I volontari erano divisi in vari dipartimenti e potevamo addirittura partecipare a delle meditazioni in Sua presenza- perché si sa, fare qualsiasi attività in presenza di un essere realizzato, immaginate un Avatar fa molta differenza- insieme all'attivazione del terzo occhio che non c'era fino all'anno precedente, cioè quando partecipai per la prima volta. I risultati erano immediati, riuscii a vedere dei numeri ad occhi chiusi e riesco adesso a capire le cose più velocemente. Naturalmente è una pratica continua, non è che...almeno per me, è stato qualcosa di mistico ma era invece molto tangibile. Anche qui, per l'attivazione bisogna fare degli esercizi e ognuno esprime questa "attivazione" in modo diverso.
Ci sono altre attività  e potrei veramente scrivere all'infinito ma per non rischiare troppo di annoiarvi mi fermo qui sperando che quello che ho scritto qui possa esservi utile nel voler scoprire chi è P. Nithyananda e stimolarvi ad andare da Lui almeno una volta nella vita perché ne vale davvero, ve lo dico col cuore. Lui può darvi veramente l'esperienza di cui avete bisogno a qualsiasi punto siate! :-)
xoxoxo
Anna

giovedì 17 marzo 2016

La Mia Esperienza da Paramahamsa Nithyananda (Prima Parte)

La prima volta che sentii parlare di Paramahamsa Nithyananda era nel 2012. Stavo guardando dei video di una certa Ma Nithya Sudevi (oggi chiamata Ma Nithya Swaroopapriyananda) che nominava più volte il suo Guru. Finchè nominava il nome una volta non c'ho pensato più, poi dopo una seconda terza, quarta volta mi son detta che forse potevo cercarlo su youtube. Da quel momento cominciai a guardare dei suoi video (oggi sono ancora in inglese i suoi video, anche per questo ho deciso di scrivere un articolo in Italiano per chi non Lo conoscesse), cominciai a sentire del programma che tiene in India chiamato "Inner Awakening" (1) . Il nome del programma mi sembrava "estremo" visto che avendo già letto qualcosa sulla spiritualità in generale, sapevo che non bisognava farsi prendere da programmi che promettono così tanto in un periodo così breve: 21 giorni. Ma ascoltandolo riuscivo a capire che c'era qualcosa di vero, molte persone poi facevano testimonianza di guarigioni e rivelazioni interiori per cui non riuscivo più ad ignorare la cosa. Veniva più volte menzionato che Lui è un Avatar. Per cui, prima di entrare nei dettagli andiamo a fare un'introduzione su chi é Paramahamsa Nithyananda cercando di definire prima cos'è un Avatar. Prendiamo una definizione dal web (2) "non tutti sanno che la parola Avatar (d'ora in poi è necessaria la lettera maiuscola!) ha le sue radici nella religione induista, e sta ad indicare l'assunzione di un corpo fisico da parte della divinità. Nello specifico, la parola in questione deriva dal sanscrito e significa letteralmente "disceso": il Dio, facendo la sua discesa Terra, si manifesta incarnandosi in un corpo materiale. 
Vishnu, ad esempio, ogni volta in cui è necessario ristabilire la giustizia divina o sconfiggere le forze demoniache, si incarna. I suoi due principali Avatar sono Rama e Krishna, ma per essere precisi, Vishnu avrebbe ben dieci Avatar:Matsya (il pesce), Kurma (la tartaruga), Varaha (il cinghiale), Narasimha (metà leone e metà uomo), Vamana (il nano), Parashurama (l'abitante della foresta), Rama (il principe del regno di Ayodhya), Krishna (lo scuro o il nero),Buddha (l'Illuminato, che, tuttavia, per i buddisti non sarebbe un Avatar) e Kalki (un cavallo bianco che rappresenterebbe il distruttore della malvagità). Il significato di ogni Avatar è strettamente collegato all'evoluzione della vita e dell'umanità.
Secondo la filosofia New Age, infine, anche Gesù (il Dio fattosi uomo), sarebbe un Avatar di Dio. " 

Ora andiamo a vedere il suo nome: Paramahamsa Nithyananda. Si può notare che il suo nome comincia nello stesso modo di Paramahamsa Yogananda. E come quest'ultimo, anche Lui proclama di aver ricevuto questo nome direttamente dallo Yogi immortale di nome Babaji (3). Paramahamsa è un nome che viene dato a dei grandi cigni, uccelli metafisici che rappresentano Maestri Illuminati. Essi non vengono mai sulla terra, volano in alto nei cieli e delle volte si avvicinano alla terra ma non la toccano mai. Si dice che questi uccelli, quando addirittura rilasciano le uova, attraverso queste ultime i pulcini escono dal loro guscio senza toccare terra, come per simboleggiare che questi cigni non sono toccati da fatti terreni e che rappresentano la coscienza illuminata sin dalla nascita (4). Cosa significa invece Nithyananda? Significa  Beatitudine Eterna


Per adesso mi fermo qui, dopo questa breve introduzione nella seconda parte parlerò più nello specifico della mia esperienza quindi state sintonizzati!
xoxoxo
Anna



(1) http://innerawakening.org/
(2) http://www.megalab.it/2524/alle-origini-dell-avatar
(3) https://www.youtube.com/watch?v=BoBkEN8tfb4
(4) "(His) Story of Paramahamsa- The Supreme Swan", Published by  Life Bliss Foundation, 2008

domenica 21 febbraio 2016

Simbolismo del Pentalpha e del Numero Cinque

“L’Altissimo ha creato ogni cosa con peso e numero e misura, da ciò trae origine la verità delle lettere e dei nomi, che non sono stati istituiti a capriccio, ma seguendo leggi che ci sfuggono” C.Agrippa, De Occulta Philosophia 


Bisogna avereuncaos dentrodi sé,per generare una stella danzante” Friedrich Nietzsche 


Studiando il simbolo della Stella Fiammeggiante, come qualsiasi altro simbolo, ho notato che non lo si può etichettare o incasellare  dato che, a mio parere, il simbolo è sempre uno strumento, una porta per l’invisibile e per l’infinito. Ogni simbolo ha molteplici significati. Per espletare questo lavoro dovrò comunque confinare un concetto come questo, consapevole che per sua natura va oltre le parole utilizzate ed utilizzabili. 
Si legge che Pitagora ideò questo simbolo del Pentalpha che significa “cinque alpha” ovvero i cinque principi (4+1): aria, acqua, terra, fuoco e spirito. A questo simbolo viene conferito il significato di “numero d’oro” o “proporzione aurea” intendendo con questo una proporzione  per cui la parte minore sta in rapporto alla maggiore come la maggiore sta al Tutto (a). Ermete Trimegisto afferma: “Ciò che è in basso è come ciò che è in alto, e ciò che è in alto è come ciò che è in basso, per compiere i miracoli della Cosa-Una” . Democrito ci dice che “l’uomo è un piccolo mondo”. Tutte le cose dell’universo si rapportano tra di loro per definirsi reciprocamente e dire: siamo Uno! In genere l’uomo tende a separare tutto partendo dal rapporto col proprio simile e questo atteggiamento è riscontrabile anche nelle varie scienze. Da un po’ di tempo è in essere il pregiudizio che la maggior parte degli scienziati sono atei e che la maggior parte dei filosofi sono credenti. I tempi cambiano e ci stiamo muovendo verso una visione più olistica delle varie scienze. Oggi infatti si possono ascoltare scienziati che  spiegano la spiritualità con un approccio scientifico e questo concetto dell’unione tra spiritualità e scienza sta prendendo sempre più piede. 
Ritornando al nostro simbolo, possiamo notare che la sua forma di stella richiama quella di un uomo con le mani e le braccia divaricate, il famoso uomo vitruviano. Tale elemento non è da sottovalutare. Lo studio di questo simbolo include come oggetto l’uomo stesso.  L’essere umano deve conoscere necessariamente sé stesso se vuole realmente  evolvere verso stati di coscienza superiori. 



Presso l’Oracolo di Delfi si legge:  
“Ti avverto, chiunque tu sia.Oh tu che desideri sondare gli arcani della Natura, se non riuscirai a trovare dentro te stesso ciò che cerchi non potrai trovarlo nemmeno fuori. Se ignori le meraviglie della tua casa, come pretendi di trovare altre meraviglie? In te si trova occulto il Tesoro degli Dei. Oh Uomo, conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli Dei” 

Questo presuppone  allora che l’uomo non conosce sé stesso o almeno non nel modo in cui lo crede normalmente perché la sua essenza va ben oltre la sua carta d’identità, i suoi gusti, le sue scelte. Insomma la stella del Pentalpha ad oriente è lì a rammentarci di conoscere noi stessi quindi, se vogliamo attribuire una sola parola a questo simbolo questo potrebbe essere “conoscenza”.  Il simbolismo relativo porta ad un episodio della Bibbia quando Adamo ed Eva vennero cacciati dal paradiso dopo aver mangiato una mela colta dall’albero della  conoscenza del bene e del male. Se si taglia la mela orizzontalmente in due metà si può vedere la figura di una stella a cinque punte, simbolo proprio della conoscenza.  Sappiamo che l’uomo attraverso il concetto di dualità (bene/male etc.)  comincia a sperimentare la vita e quindi a conoscere per poi essere destinato a ritornare all’Uno eterno in un modo che la stessa Bibbia ci suggerisce: 
Poi l’Eterno Iddio disse: "Ecco, l’uomo è diventato come uno di noi quanto a conoscenza del bene e dei male. Guardiamo ch’egli non stenda la mano e prenda anche del frutto dell’albero della vita, e ne mangi, e viva in perpetuo".” (Genesi 3,22) 

L’uomo può essere paragonato ad una stella,  in quanto soggetto alle stessi leggi meccaniche del nostro cosmo che governano i pianeti. Se ci sono delle leggi che governano il microcosmo come il macrocosmo sorge spontanea una domanda: dove sta allora la libertà dell’uomo? Allora forse il Pentalpha non potrebbe rappresentare proprio quell’uomo libero e  risvegliato che conosce le leggi cosmiche che ci governano?  
Si dice che la Stella è “fiammeggiante” o “che fiammeggia” tant’è che il Pentaplha viene raffigurato spesso con delle fiamme intorno oppure da una piccola fiamma che parte dal suo centro. Entra in gioco così quell’elemento che brucia, che è come il fuoco. Cos’è questo elemento che ricorda tanto il fuoco? C’è chi lo chiama raggio di luce divina o frammento di Dio o semplicemente anima. 
La Stella Fiammeggiante è dunque lì a ricordare (da re-cor,cordis=cuore ) in noi stessi questa fiamma per dar luce ed irradiare quelle oscurità ed ombre che incontriamo lungo il nostro cammino. E come tutte le fiamme consumano, riducendo in cenere ciò che ha bruciato, così possiamo pensare di “bruciare” in noi quelle parti profane per  rinascere ad una nuova vita proprio come la fenice che, morendo a sé stessa, rinasce dalle sue ceneri.  All’interno della stella inoltre troviamo la lettera G che è la quinta consonante del nostro alfabeto. La lettera G è l’iniziale della quinta scienza: la geometria (b). In inglese è l’iniziale del Grande Architetto (o Geometra) dell’Universo,  o God che è un’assonanza della lettera ebraica  Iodsimbolo del Principio o dell'Unità (c) e prima lettera della parola ebraica Yahwehil dio del popolo ebraico. Yahweh (יהוה) è composta da quattro lettere (yod, he, waw, he, in qualche modo corrispondenti alle lettere dell'alfabeto latino YHWH) e perciò è detta "tetragramma"                                
http://photos1.blogger.com/blogger/3070/3191/320/Pentalfa%2012jpg.0.jpg

Interessante è anche notare  come la lettera G sia collegata al simbolo dello swastika . Il termine swastica origina da una parola sanscrita che significa “fortuna” e indica il disegno di una croce greca con i bracci piegati ad angoli retti ( o ), simbolo religioso e propizio per le culture religiose originarie dell'India quali il Giainismo, il Buddhismo e l'Induismo.  Questo simbolo per la sua forma richiama il divenire, il movimento e l’eterno scorrere delle cose dell’universo. E’ quindi un simbolo molto antico e non recente come si può pensare dal momento che fu adottato dal Partito Nazista usandolo però con un orientamento diverso (con  i bracci centrali disposti ad X e non a croce). Ritornando alla  lettera G si può aggiungere che  “in quanto iniziale di Geometry, ha preso il posto del suo equivalente greco Γ, il che viene giustificato sufficientemente dall'origine stessa della parola "Geometria"
Ad ogni figura geometrica è associato un numero: alla retta si attribuisce il numero due, al triangolo il numero tre, al quadrato il numero quattro e alla stella il numero cinque. Ogni numero ha inoltre una vibrazione come se ciascuno “suonasse” una sua nota. Al numero cinque inoltre è associato un altro simbolo, la rosa sulla croce (1+4), simbolo dell’anima che sboccia sulla croce che simboleggia il corpo, quindi il divino a cui è associato il numero uno, che si manifesta nella materia a cui invece è attribuito il numero quattro. Relativamente al numero cinque inoltre si parla inoltre di quintessenza,  della stella del mattino, dei pentacoli, del quinto chakra che è un centro energetico che, secondo la tradizione tibetana,  governa la comunicazione,  e perciò per traslato   “sede del verbo creatore”(e) e anche dei cinque secoli in cui la fenice è in grado di vivere. Nei tarocchi la lama numero cinque è il Papa detto anche Pontefice, cioè colui che fa da ponte tra il mondo materiale e quello invisibile.  
In numerologia il numero cinque significa cambiamento. Questo perché se immaginiamo di tracciare una scala da 1 a 9 si può vedere che il numero 5 occupa una posizione centrale che è una posizione di equilibrio tra gli altri numeri quindi un punto di svolta; questo concetto si può spiegare bene con l’esempio dell’atto respiratorio tra un atto di inspirazione ed uno di espirazione c’è un momento di pausa, di equilibrio tra le due fasi, come quando il nero del Tao diventa bianco e viceversa. Tutto cambia e si evolve (panta rei) (f). 
Il numero cinque sembra così occupare una posizione “centrale” nelle cose  sia come posizione/spazio che come importanza. Nel campo della spiritualità si sente tanto parlare dell’importanza di stare nel qui e ora, rispetto a dare importanza al passato e al futuro; per certi versi, se non viene vissuto il “qui ed ora”, trova valore l’affermazione che il  tempo è un’illusione. Il tempo, in mitologia è raffigurato dal Dio Cronos,  le cui vicissitudini raccontano e celano proprio questo concetto del tempo che sembra divorarci.  
Curioso è anche notare come il 2012 (2+1+2=5) venga proclamato l’anno del cambiamento non certo come “fine del mondo” ma come evoluzione individuale e  globale del genere umano. In senso esoterico il 2012 potrebbe essere assimilato alla fine del Kali Yuga (g)  che  corrisponde ad un’eta del ferro citata anche da Guénon per dare spazio ad una nuova era chiamata Satya  Yuga o Era dell’Aquario o dell’Oro,  cambiamento attestato come imminente da diverse tradizioni esoteriche. Mi auguro che in questa interpretazione numerica del 2012 che lo assimila al numero 5, ci sia veramente una “svolta” positiva per l’umanità! 
-Scritto nell'inverno 2012-


a. http://www.magiadeinumeri.it/pentalfa.htm
  1. La Simbologia Massonica di Jules Boucher Ed. Atenòrpg 243    
  1.  Simboli di scienza sacra di René Guénon Ed. Gli Adelphi pg.110